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Noi, stranieri ovunque. Presentazione lancio a Venezia

By Settembre 28, 2024 Ottobre 13th, 2024 No Comments
locandina della presentazione
1 Ottobre h: 18.00 Libreria e bistrot Sullaluna – Venezia
Un progetto che parla di adolescenza:

… E pian piano si procede così con questa modalità che ci tiene sempre in bilico e sempre all’erta e alla fine ne nascono tre storie, davvero collettive, in cui ciascuno, volente o nolente ha dovuto confrontarsi con ciascun altro da sé. Ultimo giorno. Si mette insieme il tutto, si fa un piccolo menabò, si racconta il processo editoriale e i tempi di stampa, si parla di distribuzione e presentazioni da organizzare. Un libro vero. Perplessità, domande per capire meglio, e poi una voce: “Ma allora voi ci credete  davvero in noi?”, una domanda che ci fa ridere e abbracciare e salutare fino a quando non avremo tra le mani il nostro libro vero, questo qui. Una domanda che è una richiesta e che ci consegna una responsabilità, quella dell’attenzione e della fiducia, della reciprocità vera, passando attraverso tutto il lavoro necessario.

Un libro che nasce da un progetto: OCCHIO! Si guarda

Un anno di lavoro insieme a 23 ragazze e ragazzi del Liceo Vailati di Genzano dal MAXXI alla Biennale d’arte di Venezia 2024, passando per opere d’arte, musei, libri, immagini, sperimentazioni, domande, cartoline, francobolli, timbri e disegni. Un titolo, quello della Biennale, “Stranieri Ovunque” da cui partire per interrogarci. Che vuol dire straniero? Quand’è che mi sono sentito straniero? Straniero a chi? A cosa? Perché c’è bisogno di un altro per essere stranieri. Un anno di cammino insieme su quel terreno un po’ scomodo, a volte rischioso, sicuramente sorprendente che è l’incontro con l’arte, quando ci diamo la possibilità di mettere da parte le nostre certezze. Una settimana intensa di lavoro editoriale con Giulia Pavani di Morsi, una biblioteca che diventa officina, tre storie pensate, scritte e illustrate da ragazze e ragazzi che ci consegnano uno sguardo sul nostro mondo, sul nostro tempo, che ci riguarda e ci parla di noi, tutti. Un libro vero, 135 pagine, che esce per Morsi Editore e che ora è pronto ad andarsene in giro per il mondo, con una prefazione nostra che segna le tappe e il percorso intrapreso, un inserto fatto di messaggi a chi ci ha resi stranieri, 3 storie narrate e illustrate collettivamente, e una postfazione di Andrea Ferri che ci restituisce uno sguardo esterno e acuto di cui siamo grate e commosse.

“I mass-media ci hanno abituati al “problema della sicurezza”, ma ciò che emerge da questo progetto è che il vero (e unico) problema è l’insicurezza. La nostra insicurezza, le nostre emozioni che ci illudiamo appartengano solo a noi e che teniamo al sicuro nel silenzio del nostro petto. L’insicurezza di ragazzi e ragazze che trasformano un “Non lo so fare”, in “Lo voglio fare, e farlo meglio”, dando così vita al volume che hai tra le mani. Allora, quella di stranieri, di estranei ed estranee, è forse la condizione umana che più di tutte sperimentiamo, a livello personale e sociale. Non solo nell’adolescenza, ma che ci accompagna nel corso di tutta la vita o in alcuni periodi di cambiamento che richiedono un assestamento, un adattamento a nuove versioni di noi, tanto rivolte all’esterno, un nuovo lavoro, un nuovo vicino, un nuovo amore, quanto rivolte all’interno, il riflesso interiore di ciò che capita fuori da noi e ci fa sentire gli unici a provarlo. Questo emerge dalle parole, dai testi, dalle storie e, ancor più dai disegni, dai tratti, dalle scelte visive e narrative, dalle storie di ragazze e ragazzi che hanno avuto la possibilità di riempire lo spazio sui fogli, di creare, di aprirsi e dialogare in uno spazio offline, senza le regole – velocità, prestazione, rilevanza del contenuto per poter piacere – con cui sono cresciuti e cresciute. Riempire i fogli, dare voce alla nostra estraneità. Un’estraneità che non ha soluzioni. Spoiler: non esistono rimedi facili. ”

“Allora, forse, è una questione di spazi reali, di fogli bianchi, di stanze, di aule, di quartieri, di città, da poter vivere.  Dare spazio, costruire spazi, dentro e fuori di noi, in cui esprimerci liberamente e, finalmente, riconoscerci. Anche solo per un istante.”