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Si parte! Canada

By Dicembre 21, 2023 Marzo 31st, 2024 No Comments
Giovedì scorso Mara ci ha chiesto come abbiamo letto Le stelle si spengono all’alba. Se, come molti lettori fanno, siamo riusciti a leggerlo ovunque, magari anche in fila alla posta, o se invece è stato un libro che ha richiesto un suo preciso spazio. In effetti la storia di Frank e Eldon ha richiesto silenzio. 
E questo è stato senza dubbio un libro pieno di silenzi.
Il silenzio di chi per tutta la vita non è mai riuscito a raccontare la sua storia: “Ci sono state volte in cui ho cercato di parlare di lei, ma le parole non mi venivano mai”. 
Quello di chi per natura è così: “Stare in silenzio non gli dispiaceva, gli permetteva di ascoltare intere sinfonie nel vento che soffiava oltre le vette”. 
Quello di chi nonostante tutto ha ancora fiducia che a parlare sia un altro perché così è giusto: “Un giorno te ne parlerò, ma per ora spetta a lui. Perché è una cosa che compete al padre. È lui che te lo deve, non io”. 
Ma c’è stato anche il nostro di silenzio. Questo libro ci ha chiesto di metterci in ascolto, e di farlo con cura. Perché se è vero che Le stelle si spengono all’alba è un libro come già detto pieno di silenzi, è altrettanto vero che è anche un libro ricco di suoni. Quelli della foresta, continui e molto presenti, quasi reali; le parole di Eldon, che ormai vicino alla fine capisce che tutto quello che può dare al figlio è la sua storia; e quelle del Vecchio, che aveva promesso di insegnare a Frank le “cose indiane”, anche se lui indiano non lo era. E non dimentichiamoci il suono dei silenzi, che a volte può diventare assordante.
Una lettura senza dubbio profonda, poetica che ad alcuni può anche aver fatto male, ma del resto in un “cammino della cura” c’è anche questo.

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