
“Se rileggo con attenzione tutti i libri che ho scritto, tutti gli articoli e i saggi, tutte le poesie e le opere di teatro, trovo la parola Sud come una sorta di talismano che accompagna i miei testi. Qualche anno fa, in un incontro di scrittori, un collega scandinavo si presentò dicendo che apparteneva al freddo artico, all’aurora boreale, alle brume più fitte, ed elencò una serie di belle caratteristiche del suo luogo d’origine. Quando toccò a me parlare, dissi semplicemente: ‘Sono del Sud'”.
È nata un’interessante discussione sulla Patagonia, sulla vita in questa regione, sui suoi abitanti e sulla figura di Luis Sepúlveda. Chi lo sa, forse le storie che Sepúlveda ci ha raccontato sono tutte vere, o forse è stata tutta una finzione e senza saperlo abbiamo partecipato all’annuale “Campionato di bugie della Patagonia”. Come dice Baldo Araya: “Che importa? In questa terra noi mentiamo per essere felici. Ma nessuno di noi confonde la bugia con l’inganno“.
Durante la nostra chiacchierata vi sarete accorti che sono uscite anche molte parole-chiave: “morte”, “bugia”, “promessa”, “pazienza”, ecc. Ce le siamo segnate per tenere traccia dell’esperienza che stiamo facendo e stavamo pensando che sarebbe carino farlo per ogni nostro incontro; quindi se volete ognuno di voi (di noi) può segnare le proprie parole-chiave e magari da lì partire per avviare la discussione.