C’era una volta… è un’azione introduttiva concepita per presentare i primi progetti espositivi a Palazzo Sforza Cesarini.

Vincenzo Sciamè

racconto di un artista in mostra

è la prima esposizione a cura di start. associazione culturale per l’arte contemporanea, voluta e sostenuta dal Comune di Genzano di Roma.

“Le mostre d’arte non dovrebbero occuparsi di riempire spazi, ma di necessità ed urgenze”.

Riprendiamo questa frase, espressa da Hans Ulrich Obrist, per comunicare il nostro modo di agire. Questa prima azione vuole attivare un legame, in questo momento necessario, tra un progetto espositivo ed un progetto didattico, tra la mostra di un’artista ed un laboratorio creativo. Questo legame rompe l’autoreferenzialità dell’arte per comunicare un’apertura, per introdurre il percorso che vuole vedere Palazzo Sforza Cesarini  diventare un “luogo che vive” ed un “luogo aperto”, in constante dialogo con il territorio a cui appartiene. In questa direzione è stato pensato anche il progetto di allestimento lavorando sull’idea di “materiale” in se e per se come concetto fondante della mostra, cercando unione con il metodo curatoriale.

Vincenzo Sciamè | racconto di un artista in mostra, è la storia di cinquanta anni di lavoro di un artista, una storia presente, composta e realizzata dalla mano di Sciamè che non si è mai allontanato dal nobile mezzo del disegno e della pittura. Questa mostra vuole mettere in evidenza il suo percorso d’artista. La scoperta, e la valorizzazione del materiale più intimo, che l’artista si lascia dietro una volta arrivato alla pittura della tela, diventa parte fondante del progetto di mostra. Le opere dell’artista sono presentate e svelate attraverso un’indagine della sua produzione e le fotografie, i bozzetti ed i disegni cercano di avvicinare lo spettatore e coinvolgerlo in una fruizione più diretta con l’opera.

Il lavoro di Vincenzo Sciamè parte da lontano, inizia nella terra nativa, Sambuca di Sicilia vicino ad Agrigento, ed è scandito da cicli pittorici che ordinano la sua produzione.

Da una pittura gestuale, poi metafisica e surreale fino a giungere al coinvolgimento del colore per poi ritornare a cercare la figura inserendola sempre in paesaggi ed interni personali, che tra elementi onirici e reali svelano la sua storia. La scelta delle opere in mostra è stata fatta ridonando valore assoluto a ciò che rappresenta l’archivio artistico di Sciamè.  Le tele come il legno, i bozzetti e gli schizzi come i pannelli di lana di legno che troviamo nell’allestimento si presentano come tracce, frammenti, materiale apparentemente sfilacciato e poco resistente che invece garantisce protezione al percorso intimo dell’artista per accogliere con coerenza le opere e coinvolgere chi le guarda.